domenica 17 marzo 2013

L'Angelus della Misericordia...





Occhi alla penultima finestra, lassù dove tutto il mondo attende le prime parole di Papa Francesco...quale il messaggio, che cosa dirà il Vescovo di Roma affacciandosi su quella piazza, sul mondo...quale sarà l'emozione, la particolarità che permetterà lo scoop alle migliaia di giornalisti presenti ?

La buona notizia è che Dio è amorevole e misericordioso, ansioso di perdonarci dei nostri peccati! 2 Pietro 3:9 ci dice: “Il Signore […] è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento”. Dio desidera perdonarci, perciò ha provveduto al nostro perdono.
Questa è stato il dono odierno di Papa Francesco.
La sua elezione proiettata all'interno di un periodo intenso e riflessivo come è la Quaresima è ancora una volta il soffio dello Spirito sulla chiesa che Dio ama, che DIo cerca, che Dio accoglie, che Dio perdona!
Non a caso forse il primo Angelus le parole di Papa Bergoglio risuonano di "misericordia" invitandoci alla ricerca di quel Dio Padre che ci ama incondizionatamente, andando aldilà delle nostre "goffe" mancanze.
La figura di Papa Francesco , a cominciare dal suo nome, ha colto di sorpresa gran parte del mondo, ma con tutta sincerità ha colto di sorpesa anche noi cristiani...umili servitori del Padre forse assopiti con le lanterne in mano...forse non più in grado di distinguere la luce di Cristo. Come abbiamo ascoltato oggi il Dio che si è fatto misericordia tra le braccia della Vergine è ancora presente e luminosissimo e...ci ama...si, ancora una volta oltre ogni aspettativa, oltre ogni previsione, oltre ogni banalità.
Per concludere facciamoci l’ultima domanda...
Quale sarebbe stata la fine del genere umano se Dio non avesse usato verso di esso la Sua misericordia? 
Papa Francesco ce lo ricorda attraverso un episodio della sua vita...una "nonna" fedele e consapevole del grande amore di Dio, sapeva bene a cosa si può giungere senza la misericordia di nostro Signore...
gli uomini sarebbero vissuti per un certo tempo su questa terra, dibattendosi fra sofferenze, affanni, incertezze, dolori e poi sarebbe venuta la fine,<>, senza alcuna altra speranza.
Rendiamo quindi grazie ed innalziamo la nostra lode al nostro Signore che è stato verso di noi tanto benigno ed amorevole da prospettarci una vita diversa da questa, che sarà eterna.

Romano Panizza

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