martedì 14 gennaio 2014

GIORNO DELLA MEMORIA 2014


Anche quest'anno siamo in prossimità di una data che segna l'appuntamento con la Memoria...quella memoria con la M maiuscola. Il prossimo 27 gennaio si ricorda, si riflette, ci si emoziona, ci si interroga su ciò che è stato. Da molti anni cerco di essere attento a questa ricorrenza aiutando le persone ad avvicinarsi, chi per la prima volta, chi a più riprese, ad un appuntamento con la storia. Una storia fatta purtroppo di dolore, di atrocità, di soppressione della persona...insomma di genocidio. 
L'incarico che ho assunto all'interno dell'amministrazione comunale mi ha permesso, e ne sono onorato, di poter organizzare in questi anni un appuntamento che con l'andar del tempo ha visto una buona partecipazione attraverso la proiezione cinematografica di grandi film dedicati all'Olocausto ed alla Shoah giungendo lo scorso 2013 a presentare le testimonianze dirette dei giovani delle comunità di Calliano Volano e Besenello che hanno voluto vivere in prima persona la visita all'interno del campo di Auschwitz. 
Ho creduto giusto quest'anno discostarmi da una classica, ma mai scontata, rappresentazione dell'orrore di un genocidio proponendo una storia non poi così lontana nel tempo (1994) attraverso la proiezione del film HOTEL RWANDA per rivivere ancora una volta insieme un'emozione ma sopratutto per NON DIMENTICARE che il germe dell'odio, del razzismo, dell'annullamento del prossimo è sempre pronto a fagocitare la nostra democrazia, la nostra libertà, il nostro essere persona con la propria dignità. 

Nel ringraziare la direttrice della rivista online GIORNALE SENTIRE dott.ssa Corona Perer prendo in prestito lo spazio che ha voluto donarmi sulla sua piattaforma per motivare il senso della serata del prossimo lunedì 27 gennaio. 

BUONA VISIONE...MA SOPRATUTTO...BUONA MEMORIA !

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Le altre Shoah: Hotel Rwanda
L'Assessorato all'Istruzione del Comune di Calliano va controcorrente e propone un'altra Shoah in occasione del Giorno della Memoria 2014.


"Quest'anno, sempre con le tremende immagini e racconti nella memoria relative all'Olocausto,è forse giusto allargare l'orizzonte ed occuparci anche di una memoria forse più breve ma altrettanto agghiacciante" afferma l'assessore Romano Panizza che per lunedì 27 gennaio 2014, ad ore 20,30 presso la Sala Consigliare del Municipio propone la proiezione del film Hotel Rwanda.



"Le vittime della Shoah testimoniarono un tremendo e calcolato genocidio  ma, purtroppo, non unico: se infatti le testimonianze dei sopravvissuti e lo sdegno internazionale hanno fatto molto affinché nulla di quanto accaduto in quegli anni andasse dimenticato, lo stesso non si può dire di altri genocidi che nell’ultimo secolo hanno insanguinato il pianeta" afferma Panizza.



La riflessione è: non è stata forse una Shoah del Novecento la macelleria scaturita dall'odio tra hutu e tutsi? Chi lo alimentò? E a che scopo? Perché il mondo fu impotente di fronte a questo nuovo genocidio?

"Se si considera valida la definizione stabilita dall’ONU, secondo cui costituiscono genocidio ‘gli atti commessi con l’intenzione di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso’, è forse giusto che accanto alle vittime della follia nazista nel Giorno della Memoria si ricordino anche le vittime di altri genocidi che invece sono stati dimenticati. E' per questi motivi che quest'anno ho inteso proporre la proiezione di un film che ci proietta in una realtà temporalmente non molto distante affrontando la guerra del Rwanda (1994) nella quale un tremendo genocidio si è consumato quasi in silenzio" conclude Panizza.


Il film è ambientato a Kigali, anno 1994: il Rwanda è scosso da violenze perpetrate dai membri dell'Interhamwe (la milizia hutu) verso la minoranza tutsi. Una prospettiva di pace viene dall'accordo che il presidente rwandese sta per firmare grazie ai negoziati ONU. Paul Rusesabagina, direttore dell'esclusivo Hotel Mille Collines, appartiene ai moderati, ha sposato una donna tutsi e la sua unica preoccupazione è accontentare (e magari prevenire) i capricci dei suoi facoltosi clienti.



L'omicidio del presidente, subito dopo la firma del trattato di pace, sprofonda il Rwanda in una spirale di odio e di terrore. I ribelli hutu attaccano con violenza, armati di machete. Gli occidentali si ritirano tutti. Le esigue forze ONU hanno l'ordine di non usare le armi. Molti profughi cercano riparo al Mille Collines: Paul Rusesabagina, sconvolto dall'orrore per tutti quei morti innocenti, si adopera con ogni mezzo per salvare la sua famiglia e aiutare oltre un migliaio di profughi, nascosti nell'hotel, a mettersi in salvo oltre il confine.



Il film di Terry George ha il merito di raccontare facendosi voce di testimonianza, e al tempo stesso, sa destare le coscienze. Raccontare, dunque: perché quello che è avvenuto non sia dimenticato. Perché il tempo non cancelli la memoria di un genocidio così crudele e assurdo.



Raccontare in modo pacato: senza mai indulgere nel mostrare il sangue e l'orrore, senza fermarsi solo sulle efferatezze compiute dagli africani, ma denunciando con lucidità anche le indifferenze perpetrate dai bianchi. Le radici dell'odio tra hutu e tutsi affondano nella storia del Rwanda e le responsabilità europeee non sono poche. La storia è sempre composta da memorie parziali, ma è noto che furono i belgi a creare la divisione. "Selezionavano le persone. Quelli con il naso più piccolo, la pelle più chiara… di solito misuravano l'ampiezza del naso. I belgi usarono i tutsi per governare il Paese e quando se ne andarono lasciarono il potere agli hutu che, ovviamente, si vendicarono per tutti gli anni di repressione” scrisse la stampa francese.



L'odio fratricida colpì con particolare veemenza proprio i più indifesi: i bambini. Come osserva Pat Archer, della Croce Rossa Internazionale: “Il bersaglio erano i bambini tutsi, per spazzare via la prossima generazione”. La sete di vendetta è viva ancora oggi. La memoria è invece orfana.





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